GRAVI RITARDI PER LE POLITICHE SOCIALI
Dopo due anni dall'inizio della legislatura, ormai prossimi al giro di boa, con una situazione economica critica che da diversi anni continua a segnare fortemente la nostra regione, solo ora si sente parlare di iniziativa legislativa a sostegno dei più deboli e delle famiglie in difficoltà.
C'è da chiedersi come mai il governo regionale a conduzione democratica, un governo sensibile alle emergenze sociali e alla tutela dei diritti, non abbia utilizzato sin dall'inizio della legislatura il provvedimento varato già nel 2007 dal centro sinistra a conduzione illyana del reddito di base e di cittadinanza. Se quella legge proprio non piaceva al nuovo corso serracchianiano, sarebbe stato sufficiente apportarvi qualche modifica. Invece non si è voluto far niente, forse perché i provvedimenti varati dal governo Illy non dovevano essere considerati perchè rei di rappresentare il passato. Così facendo il Pd e i suoi cespuglietti hanno fatto la figura di arrivare secondi su questi importanti temi, dando spazio ai penta stellati che, invece, hanno presentato una proposta di legge sin dall'inizio della legislatura.
Evidentemente sulle politiche sociali che da sempre vedeva il centro-sinistra in prima fila, saranno gli elettori a esprimere le considerazioni del caso che immaginiamo non saranno certamente positive. Solo recentemente il Pd ha presentato un proprio provvedimento che, da quanto si è capito, tra le varie misure ne prevede una per chi trovandosi nelle difficoltà economiche con un reddito ISEE di 6 mila euro, avrà un sussidio ma per non più di un anno al termine del quale ci sarà una sospensione con relativa verifica i cui tempi non sono definiti che, anzi, sembrerebbe essere di parecchi mesi.
Se così fosse, c'è da chiedersi come faranno i beneficiari a sostenere le loro famiglie. Immaginiamo che la scelta della interruzione assistenziale troverà molti consiglieri regionali del PD in difficoltà ad accettare una visione simile. La speranza è che un sussulto d'orgoglio da parte di chi vota in consiglio regionale, consenta di superare le paure di schierarsi contro quelle parti del provvedimento che non sono in linea con una buona politica sociale. Già i ritardi sono colpevoli per una politica non lungimirante che avrebbe potuto mettere a disposizione dei cittadini ancora tre anni fa una legge importante per lenire le sofferenze di larga parte della cittadinanza. Ci si augura che quanto meno gli articoli della legge siano efficaci e che le risorse finanziarie siano compatibili con gli effettivi bisogni perché, diversamente, quella del centro-sinistra regionale, non sarebbe ancora una volta una buona politica.
Addì, 15 giugno 2016