Allarme sanità!
La Regione cancella la riforma della sanità di Tondo che riduce il numero delle aziende da sei a tre ma non propone alcuna alternativa concreta.
E' evidente che con questa scelta, l'organizzazione sanitaria rimane così com'è oggi, con tutti i problemi che ne conseguono sia sotto il profilo finanziario che di sistema.
La preoccupazione aumenta ancora di più se si considera che i contenuti e le linee del disegno di legge della giunta non configurano prospettive di riforma.
Infatti il disegno di legge istituisce una commissione permanente per di più pletorica, i cui compiti non sono definiti e che fa rimpiangere il famoso libro verde dell'allora assessore regionale alla Salute, Kosic che nulla produsse.
Poi le linee guida proposte fissano principi per una buona attività mantenendo pero' l'attuale sistema di governo sanitario.
E qui nasce il problema per la capacità di tenuta del sistema di organizzazione sanitaria che richiede maggiori risorse che com'è noto non sono più disponibili.
E' evidente che, se non c'è la volontà di modificare la parte istituzionale, non sarà possibile tenere in efficienza il sistema sanitario considerato che mancano i soldi per le minori entrate al bilancio regionale e che per il prossimo anno ci sono ulteriori cento milioni in meno tolti alle aziende sanitarie per poter fare il bilancio della sanità del 2013.
La Regione non può pensare di togliere risorse al comparto sanitario senza dire quali indirizzi dovrà seguire il sistema perché, così facendo, si creerebbero scompensi irrimediabili all'organizzazione sanitaria e di conseguenza agli assistiti.
E' un errore quindi non predisporre a una urgente e concreta riforma sanitaria indicando solo linee astratte prive di contenuto riformistico in un provvedimento che così com'è è solo "fufa".
Ma presto tutti i nodi verranno al pettine, specialmente quando sarà presentato il documento di programmazione economica dello Stato che dirà la verità.
A questo punto c'è solo da sperare che i ritardi accumulati dal governo regionale non siano irreversibili e tali da bloccare qualsiasi altra iniziativa di recupero del tempo perduto a causa delle colpevoli indecisioni politiche della sinistra.
Addì, 05 ottobre 2013